La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata

Dopo lo strepitoso successo di Montalbano arriva in TV un film tratto da un romanzo di Camilleri dal titolo la mossa del cavallo. Dalla fantasia di uno degli scrittori più apprezzati d’Italia un racconto sempre ambientato in quei posti resi famosi da Montalbano come Vigata e Montelusa ma ben 140 anni fa. In quel tempo la Sicilia era un luogo di frontiera dove si susseguivano continue lotte contro i balzelli dei burocrati piemontesi. In questo film che resta comunque un poliziesco facciamo la conoscenza di Giovanni Bovara, un inviato del governo che deve controllare i mugnai e i loro conflitti con le tassazioni.
Storia
La storia è ambientata nel 1877 nella cittadina di Montelusa dove giunge appunto l’ispettore Giovanni Bovara interpretato da Michele Riondino. Originario della vicina Vigata, Bovara è cresciuto a Genova ed un funzionario davvero efficiente ma che fatica non poco a capire le realtà e dinamiche omertose del posto, facendosi in breve tempo molti nemici. Purtroppo i mugnai del tempo sono protetti sia dai notabili locali ma soprattutto dal boss mafioso di Vigata, don Cocò Afflitto. Dovrà così destreggiarsi tra una storia d’amore complicata, un omicidio di tipo mafioso dove la vittima è il parroco del paese e i potenti di turno. Alla fine il suo obiettivo sarà salvarsi la pelle perchè ben presto capirà che la realtà da affrontare è molto più grande di lui.

Personaggi e interpreti
GIOVANNI BOVARA Michele Riondino
TRISINA CICERO Ester Pantano
PADRE CARNAZZA Antonio Pandolfo
MEMÈ MORO Maurizio Bologna
DON COCÓ AFFLITTO Maurizio Puglisi
AVVOCATO FASULO Filippo Luna
PROCURATORE REBAUDENGO Giancarlo Ratti
SCIAVERIO PIPITONE Giuseppe Schillaci
EGIA Gianluca Maria Tavarelli

Curiosità
Tutto il racconto ruota attorno alla odiatissima tassa sul macinato che fu introdotta nel 1869 dal governo del Regno d’Italia per poter risanare le casse pubbliche. In parole povere si poneva un contatore meccanico all’interno di ogni mulino, in grado di conteggiare giri della ruota macinatrice. Sulla quantità di cereali macinati veniva calcolata l’imposta, che fu poi abolita nel 1884.

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